Chissà perchè mi sento un po' preso in causa
Il punto non è che fare qualcosa è giusto, ma bisogna capire se sia giusto il momento.
C'è chi ci sta provando
www.silf-cgil.org/, il problema è che la voce di chi tenta di tutelare i diritti di tutti è troppo debole.
Non ci siamo solo noi illustratori dentro a questo problema, ma anche tutta la lista di professionisti che si trova nell'articolo che abbiamo letto.
Sembriamo in tanti, davvero, ma il coro che potrebbe alzarsi dalla voce di tutti non sarebbe che un sussurro. L'Italia è un paese di partite IVA, ma si pensa a tutelare solo il lavoro dipendente, e oramai neppure quello dico io.
Non intendo dire che non si debba fare niente, ma bisogna trovare il momento giusto per farlo.
Prendere i forconi per tutelare i diritti delle categorie professionali che non sono tutelate, come la nostra, doveva essere fatto negli anni '70, quando la situazione economica e sociale del paese lo avrebbe permesso. Ma a quell'epoca i fumettisti e gli illustratori stavano troppo bene per preoccuparsi di questo, c'era gente (come Pratt, Manara, Cavazzano) che guadagnavano anche 1.000.000 di lire a tavola.
Perchè mai avrebbero dovuto preoccuparsi?
Ora ci sono illustratori che prendono 500 euro per un intero progetto, e fumettisti che vengono pagati 30 euro a tavola (matite chine e colori).
Non è il momento giusto adesso, perchè la voce che si alzerebbe cadrebbe inascoltata e avremmo perso un'occasione per farci sentire.
Al contrario quando le cose miglioreranno, allora sarà il momento di cominciare a pestare i maroni a chi di dovere.
Lamentarsi quando le cose vanno male è giusto, ma è quando vanno bene che bisogna spingere per ottenere il massimo delle opportunità in modo da riuscire a tener botta al momento del bisogno.
L'unico modo di ottenere qualcosa, qui, sarebbe quello di incrociare le braccia e di bloccare il mondo editoriale italiano, tutti, ma dico tutti, dovrebbero fermarsi e incrociare le braccia. Niente più libri, niente più illustrazioni, niente più fumetti.
Ma chi ci crede.
Uno non lo fa perchè "tiene famiglia", l'altro perchè "gli va bene così", quell'altro ancora perchè fa l'illustratore di sera e di giorno lavora alle poste e quindi che gli frega?
Non so se mi sono spiegato.
Questo è il mio pensiero che potrebbe essere non condivisibile, ma la penso così.